Kurdistan(s): Une nation, des états? è il tema dell'ampio dossier sulla questione kurda che si trova nel nuovo numero di "Moyen-Orient" (26, avril-juin 2015). Numerosi analisti si chiedono se non sia ormai venuto il momento di riconoscere a questo popolo -la minoranza più numerosa del pianeta- il diritto di avere un proprio stato. Questo obiettivo trova però molti ostacoli.Da una parte, per ovvi motivi territoriali: i Kurdi vivono divisi in quattro stati (Iran, Irak, Siria e Turchia), tutti più o meno contrari all'idea di perdere una parte del proprio territorio. Dall'altra parte pesano le inimicizie storiche fra kurdi. Basti pensare che negli anni Novanta i due maggiori partiti kurdi dell'Irak, il Partito democratico del Kurdistan (PDK) e l'Unione patriottica del Kurdistan (UPK), hanno combattuto una guerra fratricida.Il dossier ospita contributi di autorevoli specialisti, fra i quali Jean Marcou ("La politique kurde de l'AKP: chimère ou réalité?"), Jean-François Pérouse ("Les Kurdes à Istanbul: une communauté inexistante?"), Clémence Scalbert-Yücel ("Repères culture : Politiques culturelles et diversité de la scène artistique kurdes en Turquie"), Maria Fantappie ("Repères société: Le désarroi de la jeunesse kurde d’Irak), OlivierGrojean (Kurde et combattante: une émancipation des femmes par la guerre?) e Hosham Dawod (Irak: Daech contraint les Kurdes à revoir leurs alliances). Completano il numero articoli sul Marocco, sulla penisola del Sinai e sull'Arabia Saudita."Moyen-Orient, diretta da Alexis Bautzmann, è una rivista di geopolitica dedicata al mondo arabo e musulmano. È nata nel 2009 come erede di "Enjeux Méditerrananée".
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