L'Oceania è l'unico continente del quale sia impossibile parlare trascurando i problemi sociali e politici dei popoli indigeni: dai Maori agli Aborigeni australiani, dai Kanak della Nuova Caledonia agli Hawaiiani. Mentre in Italia questi temi vengono quasi completamente ignorati, non accade lo stesso nei paesi che si affacciano sul Pacifico.Lo dimostra l'autorevole rivista accademica The Contemporary Pacific, della quale è appena uscito il nuovo numero (XXVI, 1, 2014). Ecco il sommario: ArticlesClimate-Change Migration in the Pacific (John R. Campbell)In Their Own Voices: Contemporary Native Hawaiian and Archaeological Narratives about Hawaiian Archaeology (Kathleen Kawelu)Is Genetic Labeling of "Risk" Related to Obesity Contributing to Resistance and Fatalism in Polynesian Communities? (Lena Rodriguez, James Rimumutu George) DialogueOceanic Historicities (Chris Ballard)Being "Nesian": Pacific Islander Identity in Australia (Kirsten McGavin) ResourcesGathering the 'Net: Efforts and Challenges in Archiving Pacific Websites (Eleanor Kleiber) Political ReviewsMicronesia in Review: Issues and Events, 1 July 2012 to 30 June 2013Guam Kelly G. Marsh (Tyrone J. Taitano)Marshall Islands (David W. Kupferman)Commonwealth of the Northern Mariana Islands (Samuel F. McPhetres)Polynesia in Review: Issues and Events. 1 July 2012 to 30 June 2013French Polynesia (Lorenz Gonschor)Maori Issues (Margaret Mutu)Rapa Nui Forrest (Wade Young)Wallis and Futuna (Hapakuke Pierre Leleivai) Book and Media Reviews Come si vede, il numero spazia dalle questioni sociali a quelle ambientali, completando questo panorama con una cronaca dei fatti recenti suddivisa per regione. Una rivista indispensabile per chi vuole conoscere da vicino questa vasta regione del pianeta."The Contemporary Pacific: A Journal of Island Affairs" è stata fondata nel 1989 da alcuni docenti del Center for Pacific Islands Studies (University of Hawaiʻi), fra i quali Linley Chapman, David Hanlon e Robert C. Kiste. Attualmente è diretta da Terence Wesley-Smith.Per altre informazioni: http://uhpjournals.wordpress.com/category/the-contemporary-pacific
Ricorre in questo mese il ventesimo anniversario del genocidio ruandese, che a partire dall'aprile 1994, in soli cento giorni, fece oltre 800.000 vittime. Fra le tante iniziativeeditoriali che lo commemorano, ne segnaliamo una che conferma l'impegno sociale del fumetto francese. Si tratta dell'albo La fantaisie des Dieux: Rwanda 1994(Les Arènes, Paris2014, pp. 96, € 19,90). L'opera, realizzata dal disegnatore Hyppolite e dal giornalista Patrick de Saint-Exupéry, ripercorre fedelmente il tragico evento mettendo in luce il punto di vista delle vittime e quello dei carnefici. Gli autori non cadono mai nel manicheismo e nella semplificazione. Denunciano apertamente le pesanti responsabilità dei paesi europei, a cominciare dalla Francia, che intervennero soltanto dopo la fine del massacro. "La fantaisie des Dieux" dimostra ancora una volta che il fumetto ha raggiunto una piena dignità culturale che lo equipara al migliore giornalismo d'inchiesta. Hyppolite (pseud. di Franck Meynet, Marsiglia, 1976), ha realizzato numerosi albi a fumetti, fra i quali "Contes Slovaques" (Syros, 2001), "Marlène Dietrich" (Nocturne et France Inter,2005) e "Le Maître de Ballantrae" (2 volumi, Denoël, 2006-2007). Patrick de Saint-Exupéry è stato uno dei primi giornalisti a pubblicare un libro sul genocidio: "L'Inavouable: La France au Rwanda" (Les Arènes, 2004), ristampato in edizioneaggiornata col titolo "Complices de l'Inavouable: La France au Rwanda (Les Arènes, 2009). Ha fonato la rivista "XXI", dedicata all'attualità politica e culturale. Per altre informazioni:
www.editions-harmattan.fr