Ormai sono passati quasi otto anni dal 13 settembre 2007, data in cui l'Assemblea Generale dell'ONU approvò la Dichiarazione universale dei diritti dei popoli indigeni con una larga maggioranza: 144 stati a favore, 4 contrari (Australia, Canada, Nuova Zelanda e Stati Uniti) e 11 astenuti (Azerbaigian, Bangladesh, Bhutan, Burundi, Colombia, Federazione Russa, Georgia, Kenia, Nigeria, Samoa e Ucraina).Il nuovo volume della serie The Indigenous World (IWGIA, Copenhagen 2015, pp. 571, € 25), curato da Cæcilie Mikkelsen, traccia un bilancio di quello che è stato fatto in questi anni e di quanto resta da fare. La maggior parte del libro, come di consueto, è costituita da articoli che riassumono i principali avvenimenti dell'anno precedente - leggi, rivolte, conferenze, trattati, etc. Viene dato ampio rilievo alla conferenza mondiale sui popoli indigeni, che si è svolta all'ONU dal 22 al 24 settembre 2014, ma anche anche all'impegno delle altre organizzazioni internazionali.Come di consueto "The Indigenous World" viene pubblicato in due versioni: inglese e spagnolo.
Il volume può essere acquistato o scaricato gratuitamente dal sito:
www.iwgia.org/publications/search-pubs?publication_id=716