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Decolonizzare la mente:
La politica della lingua nella letteratura africana

La cosiddetta "decolonizzazione" dell'Africa è uno dei più colossali inganni del ventesimo secolo: in questo continente, in realtà, è stato operato un semplice passaggio di mano dalle potenze coloniali alle élite locali formate nelle università europee. Queste, eccetto casi molto rari, si sono distinte per l'inefficenza, la corruzione e il dispotismo.
A conferma di questo, le lingue coloniali - in genere francese e inglese - rimangono gli idiomi ufficiali in quasi tutti gli stati africani: dall'Algeria alla Nigeria, dal Sudan alla Sierra Leone.
Ma non tutti accettano questa situazione. Uno di coloro che la contestano radicalmente è Ngugi wa Thiong'o, noto scrittore kikuyu del Kenya, autore del libro Decolonizzare la mente (Jaca Book, Milano, pp. 128, € 14).
L'opera contiene quattro testi dello scrittore, secondo il quale "l'arma più grande scatenata ogni giorno dall'imperialismo contro la sfida collettiva degli oppressi è la bomba culturale, una bomba che annulla la fiducia di un popolo nel proprio nome, nella propria lingua, nelle proprie capacità e in definitiva in se stesso".
Soltanto una battaglia culturale basata sul recupero delle lingue autoctone - dal berbero allo zulu, dal kikuyu all'oromo - potrà restituire ai popoli africani una vera identità. La lettura di questo libro esemplare è il modo ideale per avvicinarsi a uno scrittore che coglie davvero nel segno, perché rifiuta di essere definito "kenyota", termine che in pratica non significa niente, e rivendica la propria identità kikuyu. Non a caso scrive in questa lingua, dopodichè si autotraduce in inglese.
Ngugi wa Thiong'o (Kamiriithu, 1938), poeta, romanziere e saggista, ha insegnato Letterature africane all'Università di Yale. Perseguitato a lungo dal governo kenyota per le sue idee, ha pubblicato numerosi libri. Fra quelli tradotti in italiano ricordiamo "Petali di sangue" (Jaca Book, 1979), "Spostare il centro del mondo. La lotta per le libertà culturali" (Meltemi, 2000) e "Sogni in tempo di guerra" (Jaca Book, 2010).

Per altre informazioni:

www.jacabook.it