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Ivo Strecker: "Berimba's Resistance: The Life and Times of a Great Hamar Spokesman as told by his son Aike Berinas"

Numerosi popoli indigeni hanno espresso donne e uomini capaci di resistire agli invasori, ma soltanto pochi di loro hanno ottenuto la visibilità che meritavano. Per fortuna, però, ci sono studiosi che lavorano con pazienza per strappare all'oblio i nomi e le storie di queste persone coraggiose. 

Il loro lavoro è particolarmente prezioso, soprattutto nel caso dell'Africa, perchè ci permette di contenere certi effetti negativi della decolonizzazione. Questa, pur essendo un fenomeno per molti versi positivo, ha consegnato al resto del mondo una massa indistinta di popoli senza nome e senza storia: l'uomo della strada conosce algerini e senegalesi, angolani e kenyoti, ma ignora gli Oromo e i Wodaabe, gli Ogoni e gli Himba. I soli popoli africani che chiama col loro vero nome sono quelli che ha conosciuto in seguito alle guerre -i Saharawi, gli Igbo del Biafra- o attraverso i documentari -i Tuareg, i Maasai. Quindi ogni libro che permetta di ampliare questo ristretto panorama è benvenuto.

Un esempio recente è Berimba's Resistance: The Life and Times of a Great Hamar Spokesman as told by his son Aike Berinas (Lit Verlag, Münster 2013, pp. 264, € 19,90) di Ivo Strecker.

Nel volume l'antropologo tedesco ricostruisce la vita di Berimba, al quale gli Hamar (Etiopia meridionale) affidarono il ruolo di portavoce durante le invasioni che il paese africano subì a partire dal 1875 (prima ottomana ed egiziana, poi italiana).

Il volume contiene la testimonianza di Balambaras Aike Berinas, detto Baldambe, figlio di Berimba. Baldambe fornisce un racconto dettagliato dell'intensa attività diplomatica svolata al padre, che negoziò con gli invasori e cercò in ogni modo di resistere loro, fino a quando venne ucciso.

Divulgare le storie ignote o dimenticate della resistenza indigena, africana e non, significa restituire ai popoli oppressi una parte della dignità che il colonialismo europeo ha cercato in ogni modo di soffocare. 

Oggi si parla tanto di diritto alla memoria: se questo non deve essere soltanto un privilegio per pochi, il più piccolo popolo dell'Africa o dell'Amazzonia ha diritto alla propria memoria come i popoli numerosi e dotati di canali politici e diplomatici coi quali possono far conoscere al resto del mondo le proprie tragedie. 

Secondo il censimento del 2007 gli Hamar sono 46.000. La loro economia si basa prevalentemente sulla pastorizia. 

Ivo Strecker è Professor Emeritus di Antropologia alla Johannes Gutenberg-Universität di Mainz (Germania).

Per altre informazioni:

 

www.lit-verlag.de