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Georg Klotz: “Una vita per l’unità del Tirolo”

L'editore Effekt! di Egna/Neumarkt (Bolzano) ha pubblicato un libro di eccezionale interesse, che colma un vuoto nella pubblicistica italiana: Georg Klotz: Una vita per l'unità del Tirolo (pp. 360, € 19). Scritto da Eva Klotz, la prima dei sei figli di Georg, il volume è l'edizione italiana di "Georg Klotz. Freiheitskämpfer für die Einheit Tirols" (Molden, Graz 2002). La traduzione è di Nerio De Carlo. Il volume ripercorre in modo dettagliato la vita di Klotz, figura centrale dell'attivismo indipendentista sudtirolese.

Il fatto che questa stagione politica sia stata consegnata alla storia con l'etichetta di "terrorismo" non dovrebbe comunque farci dimenticare una cosa molto importante. Se noi pensiamo al terrorismo espresso da alcune minoranze europee nell'ultimo mezzo secolo, i primi casi che vengono in mente sono quello basco e quello nordirlandese. Entrambi hanno lasciato dietro di sè una lunga scia di sangue. Klotz e gli altri separatisti sudtirolesi degli anni Sessanta, al contrario, facevano saltare i tralicci dell'alta tensione: una scelta che naturalmnte può essere contestata, ma che non può essere equiparata alla logica omicida degli altri. Fu stato soltanto in una seconda fase, in seguito all'infiltrazione di alcuni neonazisti austriaci e tedeschi, che la genuinità delle proteste originarie venne compromessa e accantonata. Ci furono dei morti, ma Georg Klotz non uccise nessuno.

Inoltre, cosa che molti omettono o ignorano, bisogna ricordare che l'Italia si comportò in modo vergognoso, rifiutando a lungo di attuare il patto De Gasperi-Gruber che era stato firmato nel 1946. Fu necessario l'intervento dell'ONU perché il governo di Roma cambiasse atteggiamento.

Comunque la si pensi, la figura di Georg Klot merita il massimo rispetto: mosso da ideali sinceri, mai compromesso con il potere politico, è morto esule in Austria nel 1976.

La lettura di questo libro stimola quella riflessione sul tema che in Italia non è stata mai fatta, anche perchè il contesto sudtirolese non poteva esercitare il richiamo antifascista che invece si sarebbe manifestato pochi anni dopo per popoli soggetti alla dittatura (i Baschi con la Spagna franchista) o al colonialismo classico (i nordirlandesi).

Scritto con inevitabile coinvolgimento emotivo, ma sempre fedele ai fatti, il libro ci aiuta a comprendere un momento importante della storia recente, distorto o cancellato da quasi tutti i media italiani.

Per altre informazioni:

www.effekt.it popoli@ecolnet.bz