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Sámi Musical Performance and the Politics of Indigeneity in Northern Europe

Nel corso degli ultimi vent'anni le espressioni musicali dei popoli indigeni sono uscite dalla marginalità.
Basti pensare al successo di gruppi rock tuareg come Tinariwen e Tartit; ad aborigeni australiani come Geoffrey Gurrumul; a sami (lapponi) come Mari Boine (inizialmente nota come Mari Boine Persen). Questo fenomeno è stato facilitato dal rilievo internazionale che i problemi dei popoli indigeni avevano guadagnato negli ultimi decenni del secolo scorso. Perfino l'ONU, storicamente sorda a questo tema, aveva cambiato rotta dando vita al gruppo di lavoro che avrebbe elaborato la Dichiarazione universale dei diritti dei popoli indigeni (approvata dall'ONU il 13 settembre 2007).
Anche l'affermazione planetaria della world music ha dato visibilità alle musiche indigene, stimolando un forte interesse accademico. Questo non ha prodotto solamente saggi d'interesse generale, ma anche opere dedicate a contesti specifici, come "Musique touarègue: Du symbolisme politique à une singularisation esthétique" (L'Harmattan, 2012) di AnouckGenthon.
Un nuovo segno di questo interesse è Sámi Musical Performance and the Politics of Indigeneity in Northern Europe (Rowman &Littlefield, Lanham [MD] 2014, pp. 264, $76.50), scritto da Thomas R. Hilder.
Nel libro occupa un ruolo centrale la cantante Mari Boine, che compare sulla copertina. Lappone della Norvegia, l'artista ha guadagnato fama mondiale grazie a Peter Gabriel, che nel 1990 ha pubblicato il suo CD "Gula gula" con l'etichetta Real World, creata dal musicista inglese l'anno prima. Mari Boine ha costruito un percorso artistico molto vario, collaborando con musicisti come Jan Garbarek e  Prendendo spunto da questo percorso Hilder ricostruisce la storia del popolo sami e la sua lotta contro l'assimilazione culturale. Evidenzia il ruolo che questa minoranza artica ha svolto nel movimento indigeno internazionale, promuovendo varie iniziative e partecipando ativamente a quelle organizzate dall'ONU.In tempi più recenti i Sami hanno confermato questo impegno dando vita al Riddu Riđđu Indigenous Peoples' Festival.
Il libro sottolinea che le culture indigene sono capaci di uscire dalla marginalità e confrontarsi con la modernità senza dover rinunciare alla propria identità. 
Thomas R. Hilder è un etnomusicologo che lavora come ricercatore al Center for World Music dell'Università di Hildesheim(Germania). Esperto di musica popolare dei paesi nordici, ha pubblicato vari saggi sul tema.
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