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Remembering Child Migration:
Faith, Nation-Building and the Wounds of Charity

Circa due mesi fa (12 dicembre 2015) abbiamo parlato della mostra "On Their Own: Britain's Child Migranta", attualmente allestita al Museum of Childhood di Londra, dove sarà visibile fino al 12 giugno. La mostra fa parte di un ambizioso progetto nato per far conoscere la tragedia dimenticata dei 130.000 bambini britannici che il governo costrinse a emigrare in in Australia e in altri paesi del Commonwealth dagli anni Sessanta dell'Ottocento agli anni Settanta del secolo successivo. L'obiettivo era quello di popolare le (ex) colonie e dotarle di manodopodera a basso costo: i bambini venivano infatti costretti a svolgere lavori di vario genere. 
Recentemente è uscito il libro legato al progetto, Remembering Child Migration: Faith, Nation-Building and the Wounds of Charity (Bloomsbury,
London-New York 2016, pp. 192, $29.95/$112.00). L'autore è Gordon Lynch, curatore della mostra e responsabile dell'intero progetto.
Esistevano già vari libri sul tema, ma questo è il primo che esamini il caso britannico insieme a quello simile che si verificò negli Stati Uniti. Dal 1850 al 1930, infatti, 200.000 bambini svantaggiati -insieme a molte migliaia di adulti- furono costretti a emigrare, soprattutto dalla costa orientale agli stati occidentali. I loro viaggi si svolgevano sui treni, detti appunto "orphan trains". Ma in realtà non tutt i bambini erano orfani: molti erano figli di prostitute, di genitori alcoolizzati, etc.  
Gordon Lynch insegna Teologia moderna alla University of Kent. Ha pubblicato varie opere, fra le quali ricordiamo "The Sacred in the Modern World: A Cultural Sociological Approach and On the Sacred" (Oxford University Press, 2012).

Per altre informazioni:

www.bloomsbury.com