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Murs rebelles Iconographie nationaliste contestataire: Corse, Pays Basque, Irlande du Nord

Il conformismo veicolato da certi media, insieme a una buona dose di pigrizia mentale, ci ha spinto a caricare il termine "nazionalismo" di due significati contrari ma anchespeculari: per alcuni si tratta di una superiorità che legittima l'oppressione, per altri di un cancro da combattere. Sebbene entrambe le idee siano fondate, non dobbiamo mai dimenticare che esiste anche un nazionalismo di liberazione: basti pensare alla lotta kurda o palestinese, tanto per fare qualche esempio.
Anche in Europa ci sono stati molti esempi di questo fenomeno. I più noti riguardano l'Irlanda del Nord, i Paesi Baschi e la Corsica. Oggi le forti tensioni che queste regioni esprimevano negli ultimi decenni del secolo scorso sono scomparse o si sono notevolmente ridimensionate, ma si tratta di casi che continuano a stimolare l'interesse degli studiosi.  
Lo conferma un volume di grande interesse, Murs rebelles. Iconographie nationaliste contestataire: Corse, Pays Basque, Irlande du Nord (Karthala, Paris 2014, pp. 180, € 22), realizzato da 
Xavier Crettiez e Pierre Piazza. Il libro è associato alla mostra sullo stesso tema che si è tenuta all'Università di Versailles Saint-Quentin-en-Yvelines (14 dicembre 2012-15 febbraio2013.
L'opera contiene centinaia di fotografie che documentano l'iconografia connessa ai tre casi suddetti: dagli elaborati murales di Belfast e Derry alle scritte spartane di Ajaccio e Bastia, il libro analizza una realtà politica che al di fuori del caso nordirlandese ha sempre ricevuto poca attenzione al di fuori dei territori interessati. Una disattenzione molto grave, perché in questo modo, fra l'altro, sono nate assurde equazioni fra il terrorismo separatista e fenomeni completamente diversi come le Brigate Rosse.
Sebbene sia stato fortemente legato al separatismo, il fenomeno non si è esaurito in questo, coinvolgendo anche orientamenti politici meno radicali ma comunque desiderosi di ridefinire il rapporto fra centro e periferia. Non è infatti un caso che i tre stati in questione - Francia, Gran Bretagna e Spagna - siano gli eredi diretti di tre grandi potenze coloniali.       
Il libro non vuol essere un'esaltazione dei fenomeni suddetti, ma fornire gli elementi per capire cosa abbiano significato. A questo proposito l'iconografia ci offre una chiave dilettura diversa rispetto ai tanti libri già pubblicati sul tema.  
Ecco il sommario:
 
 
Introduction
I. Héroïsation de la lutte armée
1. Le ribellu
2. Les autres organisations de lutte armée
II. Marquage des territoires
1. Le Road Sign Protest
2. La communautarisation de l’espace
III. Identitarisme et référentiels historiques
1. La spéculation foncière et immobilière
2. La Grande Famine
IV. Construction des martyrs et soutien aux prisonniers
1. La guerre sale au Pays Basque
2. Le Dirty Protest
V. Intimidations et menaces
1. L’impôt révolutionnaire
2. L’affaire de l’Union Jack
VI. Propagande partisane
1. Les partis régionalistes en Europe
2. Segi et la Kale Borroka
VII. Dérives et travestissements
1. Racisme et xénophobie
2. Sport et propagande nationaliste
VIII. Ouverture vers d’autres luttes
1. Marxisme, altermondialisme et nationalisme
2. Les «nègres roux» : le mouvement des droits civiques

Xavier Crettiez insegna Scienze politiche all'Università di Versailles Saint-Quentine-Yvelines. Ha scritto numerosi libri sulla questione corsa e su quella basca, fra i quali "La question corse" (Complexe, 1999).
Pierre Piazza, laureato in Scienze politiche, fa parte della redazione della rivista "Cultures et Conflits". Inoltre collabora a vari progetti accademici.
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