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L'insurrezione irlandese

Il celebre proverbio "Nella botte piccola c'è il vino buono" è applicabile anche ai libri: lo dimostra L'insurrezione irlandese (Menthalia, Napoli 2015, pp. 125, € 12), scritto da James Stephens.
Il libro ripercorre la rivolta che ebbe luogo a Dublino nella settimana fra il 24 e il 30 aprile 1916, la cosidetta "Easter Rising" (rivolta di Pasqua). Si tratta di un resoconto di particolare interesse, perché Stephens lo scrisse proprio nei giorni della rivolta. Non si trattò di una sollevazione popolare: i partecipanti furono appena un migliaio. Il resto della popolazione restò indifferente, quando non apertamente contraria. Questo atteggiamento cambiò dopo la repressione del governo britannico, che aveva fatto giustiziare o incarcerare gli insorti. Fu solo allora che il popolo comprese le loro ragioni e si schierò dalla loro parte.  
In ogni caso la rivolta di Pasqua inferse un colpo mortale all'impero britannico: nel 1922 l'Irlanda avrebbe acquistato una certa autonomia diventando un dominion della Corona britannica, quindi avrebbe ottenuto l'indipendenza nel 1949. Purtroppo, come sappiamo, sarebbero rimaste soggette al dominio britannico le sei contee che oggi formano l'Irlanda del nord.
Mai tradotto prima in italiano, il volume è frutto della collaborazione fra due esperti prestigiosi: il traduttore Enrico Terrinoni, autore della nuova traduzione del famoso "Ulisse" di James Joyce (Newton Compton, 2012) insieme a Carlo Bigazzi, e il curatore Riccardo Michelucci, autore di "Storia del conflitto anglo-irlandese. Otto secoli di persecuzione inglese" (Odoya, 2009). 
L'opera verrà presentata sabato 10 ottobre al CPA Firenze Sud (Via di Villamagna,  27/a) alle ore 21.15.  
Per altre informazioni:

www.menthalia.com/insurrezionedidublino