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I lupi della foresta:
Con i combatte...
I lupi della foresta:
Con i combattenti baltici per la libertà 1947-1950
Negli ultimi tempi, e in particolare nel 2014, si registra un risveglio d'interesse per la tragedia dimenticata dei paesi baltici (Estonia, Lettonia e Lituania), che furono annessi all'URSS in seguito al Patto Molotov-von Ribbentrop, siglato da Germania e Unione Sovietica il 23 agosto 1939.
L'accordo,
che precedette di pochi giorni
l'inizio della Seconda Guerra Mondiale
(1º
settembre
1939),
aveva fissato le sfere di influenza
del Terzo Reich e dell'Unione sovietica per le zone vicine ai confini dei due stati.
Le sue conseguenze immediate furono la spartizione del territorio polacco tra le due potenze e l'occupazione
delle tre repubbliche
baltiche da parte dell'Armata Rossa. Estoni, lettoni e lituani non erano popoli minoritari, ma lo diventarono quando i loro paesi vennero annessi all'Unione Sovietica. Un caso simile a quello del Tibet, che nel 1950 sarebbe stato invaso dall'esercito cinese e annesso alla repubblica comunista guidata da Mao Tse Tung.
Come si diceva, la strenua lotta antisovietica dei paesi baltici sta finalmente guadagnando l'attenzione che meritava.
Alla
resistenza degli anni Quaranta lo scrittore inglese Geraint Roberts ha dedicato il romanzo "Forest Brothers" (Circaidy Gregory Press, 2013), mentre Guntis Smidchens ha pubblicato "The Power of Song: Nonviolent National Cultures in the Baltic Singing Revolution" (University of Washington Press/ Museum Tusculanum Press, 2014), che si concentra sugli anni precedenti il crollo dell'URSS.
Anche il cinema ha contribuito a questo fermento, come dimostra il film "The Invisible Front", del quale ci occuperemo più diffusamente. Anche in Italia è uscito un libro sul tema:
I lupi della foresta: Con i combattenti baltici per la libertà 1947-1950
(L'assalto, pp. 239, € 26). Il volume, scritto da Ingo Petersson, racconta la storia dei partigiani estoni, lettoni e lituani che lottarono per evitare che le loro terre venissero inghiottite dall'Unione Sovietica. L'autore ci esorta a rispettarli restituendoci questa pagina nobile ma dimenticata della storia europea.
Il fatto che in certi casi i partigiani baltici avessero combattuto a fianco dell'esercito tedesco non deve fornire argomenti a chi vuole screditare questa resistenza anticomunista. In guerra, talvolta, le alleanze non nascono dalle affinità ideologiche, ma dalla necessità di combattere un nemico comune. Del resto, durante la Seconda Guerra Mondiale, non hanno combattuto contro la Germania soltanto socialisti e comunisti, ma anche liberali, conservatori e monarchici. Nei paesi baltici, mutatis mutandis, è accaduta la stessa cosa.
Sarà proprio da queste repubbliche, alla fine degli anni Ottanta, che comincerà il processo di disgregazione dell'URSS.
Arricchito da un ampio corredo iconografico, il libro mette in luce la casa editrice L'assalto: ancora una volta è stata una sigla piccola ma coraggiosa a colmare un vuoto.
Ingo Petersson (pseudonimo di Frithjof Elmo Porsch, Hamborn, 1924) è uno scrittore tedesco. In Italia è uscito un altro dei suoi libri,"Un manipolo di disperati. La saga del battaglione d'assalto SS 500" (Ritter, 2012).
Per altre informazioni:
http://lassaltoedizioni.com
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