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Domination and Resistance:
The United States and the Marshall Islands during the Cold War

La fine della Seconda Guerra Mondiale non segnò, come prometteva la propaganda americana, l'inizio di una pace perpetua: la guerra continuava in altri modi e in regioni remote. Subito dopo la fine del conflitto mondiale, infatti, cominciò il lungo calvario che avrebbe cambiato per sempre la vita degli indigeni micronesiani stanziati nelle isole Marshall. Fu appunto in quell'anno che iniziarono gli esperimenti nucleari americani. Fra il 1946 e il 1958 gli Stati Uniti fecero esplodere 66 bombe -alcune atomiche, altre all'idrogeno- "per il bene dell’umanità, per costruire un mondo senza guerre". Gli effetti furono devastanti. Sei isole furono cancellate. Centinaia di indigeni vennero contaminati sviluppando tumori e altre malattie ereditarie. Atolli come Bikini, Kwajalein e Rongelap vennero colpiti in modo particolarmente grave. Pochi e dimenticati da tutti, gli isolani tentarono comunque di opporsi alla grande potenza che rischiava di cancellarli per sempre.
Si intitola Domination and Resistance: The United States and the Marshall Islands during the Cold War (University of Hawai'i Press, Honolulu [HI] 2016, pp. 264, $62) il volume che per primo si concentra sulla resistenza micronesiana all'espansionismo americano, colmando in questo modo una grave lacuna. Una storia ignota che meritava di essere conosciuta. 
Nel 1947 l'ONU attribuì agli Stati Uniti l'amministrazione fiduciaria delle isole Marshall, che è durata fino 1990. In pratica, però, non si tratta di uno stato indipendente, in quanto Washington continua a curarne la difesa e gli affari esteri. Ormai anche da parte ufficiale si è ammesso che gli indigeni erano stati esposti anche deliberatamente alle radiazioni, con lo scopo di studiare le conseguenze di una guerra atomica.
Scritto da Martha Smith-Norris, il libro non si limita a ricostruire gli anni bui degli esperimenti nucleari, ma ricompone accuratamente la storia di quello che è successo dopo. La popolazione, fra l'altro, è stata evacuata varie volte per l'eccessivo grado di radioattività.
Oggi, nel 2016, molte isole sono ancora disabitate per questo motivo, mentre le malattie si sono già trasmesse alla quinta generazione.
Il libro di Martha Smith-Norris, oltre a raccontarci questa tragedia dimenticata, ci invita a onorare la memoria delle vittime e a ricordare che il colonialismo nucleare ha avuto conseguenze devastanti in varie regioni del pianeta, colpendo anche numerose comunità indigene.
Martha Smith-Norris è docente di Storia alla University of Saskatchewan (Saskatoon, Canada). Si occupa della politica statunitense durante la Guerra Fredda, con particolare attenzione per l'area asiatica e oceanica. Ha pubblicato vari saggi su riviste accademiche.
Per altre informazioni:

www.uhpress.hawaii.edu