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Compositori alla corte ottomana

L'etichetta discografica Nota, fondata e diretta da Valter Colle, non si limita a pubblicare dischi, ma spesso li accompagna a libri di notevole valore. Dalla Basilicata al Friuli, dalle isole greche alla Corsica, il suo catalogo offre un panorama vastissimo delle musiche tradizionali contemporanee, frutto di una passione e di un rigore etnomusicologico non comuni. L'ultima conferma di questo prezioso impegno culturale è il CDCompositori alla corte ottomana, completato da un volume di 54 pagine.  
Il CD è il frutto del primo seminario dedicato alla musica classica che si è svolto alla Fondazione Giorgio Cini nel 2012. L'importante iniziativa era diretta da Kudsi Erguner, affiancato per l'occasione da Giovanni De Zorzi, ricercatore di Etnomusicologia all'Università "Ca' Foscari" di Venezia. Quest'ultimo è il più autorevole esperto italiano della materia, alla quale ha dedicato un bel volume intitolato "Musiche di Turchia" (EDT, Torino 2010). L'introduzione è firmato dallo stesso Erguner.
Il disco propone opere di compositori provenienti dalle numerose comunità linguistiche e religiose dell'impero ottomano: armeni, greci, ebrei, turchi.Inoltre Giuseppe Donizetti, fratello del più celebre Gaetano, che visse a lungo presso la corte ottomana e morì a Istanbul. 
Il gruppo Ensemble Bîrûn, oltre a Erguner, comprende otto musicisti: i turchi Ridvan Aydinli (voce e ney), Mehmet Ugur Ekinci (kanûn), Muhammed Enes Ustun (tanbûr) e Gulay Hacer Toruk (voce e def), il greco Michalis Cholevas (yayli tanbûr), Giovanni De Zorzi (ney), il belga Tristan Driessens  ('ûd), e il francese Thomas Reigneron (percussioni)
La perizia tecnica e l'attenta scelta del materiale fanno del CD un'opera indispensabile per chiunque voglia conoscere la straordinaria ricchezza musicale dell'impero ottomano. Il disco è importante anche perchè ci ricorda, se ancora fosse necessario, che la cultura islamica non ha nulla a che vedere con l'immagine monolitica e intollerante che caratterizza il fondamentalismo odierno: basti pensare alla diva egiziana Umm Kalthum (1904-1975), al derviscio turco Kani Karaca (1930-2004) o Muhammad Reza Shajariyan (1940-vivente), che viene ritenuto il depositario della tradizione vocale persiana.
Comprendere questo mondo senza cedere al groviglio di falsità e di luoghi comuni che ci circondano non potrà che farci bene.
Bella e curata come sempre la confezione, che inaugura la nuova collana "Intersezioni musicali", realizzata in collaborazione con la Fondazione Giorgio Cini.
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