L'altra faccia di David Bowie

Numerosi musicisti sono noti per il proprio impegno umanitario e per aver sposato la causa dei popoli che soffrono. Pensiamo a Bono, leader degli U2, a Luciano Pavarotti o a Piero Pelù. Alcuni, invece, lo fanno in silenzio, quindi si viene a conoscere il loro impegno soltanto dopo che sono morti. È il caso di David Bowie, il grande artista inglese deceduto il 10 gennaio scorso all'età di 69 anni.
Il suo LP "Heroes" (1977), realizzato e inciso durante il soggiorno berlinese, racconta una storia d'amore contrastato in cui due amanti si incontrano sotto il Muro. All'epoca la città è ancora divisa e la riunificazione sembra un'utopia. Bowie avverte profondamente questa ferita che lacera l'Europa. Nel 1987, tornato nella città per alcuni concerti, canta la canzone che dà il titolo all'album dopo essersi rivolto alla folla in tedesco con queste parole: "Salutiamo tutti i nostri amici che sono dall'altra parte del Muro". Alla morte dell'artista, il Ministro degli Esteri tedesco diffonderà su Twitter questo messaggio: "Addio, David Bowie. Adesso sei fra gli eroi [allusione a "Heeoes"]. Grazie per averci aiutato a buttare giù il Muro".
Nel 1983 il musicista trascorre un periodo in Australia, dove si è recato per realizzare il video di "Let's Dance", tratta dall'LP omonimo. In quella occasione viene a conoscere la situazione degli Aborigeni e ne viene profondamente impressionato. Data la condizione estremamente  svantaggiata in cui vive la minoranza indigena, non esita a paragonare l'Australia al Sudafrica (siamo ancora ai tempi dell'apartheid). Nel video di "Let's Dance" compaiono due danzatori aborigeni, Joelene King e Terry Roberts. Alcune immagini mettono in evidenza che gli indigeni locali sono costretti a svolgere lavori umili e faticosi. Dopo la morte di Bowie Joelene King rievocherà il comportamento del musicista con grande riconoscenza.      
Dopo la partecipazione al celebre Live Aid (1985), un'altra causa per la quale Bowie si impegna - stavolta con Brian Eno - è quella bosniaca.
Nel 1994, durante l'assedio di Sarajevo, si incontra a Londra col Primo Ministro bosniaco Haris Silajdzic, al quale propone di organizzare  un concerto nella capitale, sperando che questo possa spezzare l'assedio. Silajdzic accetta, ma purtroppo l'idea non può essere realizzata. Tre anni dopo, finita la guerra, partecipa alla campagna "Let us play" promossa da War Child, un'associazione nata per difendere i bambini colpiti dalle guerre.
Il 20 ottobre 2011, al Madison Square Garden di New York, David apre il concerto che era stato organizzato per le vittime dell'11 settembre. In quell'occasione canta un famoso brano di Simon & Garfunkel, "America", e la sua "Heroes".
Attivo anche come pittore, Bowie finanzia raccolte di fondi per i bambini africani bisognosi donando alcuni dei suoi lavori. Inoltre sostiene altre associazioni e iniziative, da Amnesty International agli aiuti per le vittime dello tsunami del 2011.