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The Case for Cornwall

Un altro anno sta per finire. Per quanto riguarda lo sviluppo delle autonomie europee, crediamo che le novità più rilevanti degli ultimi 12 mesi siano state l'elezione di Gilles Simeoni a sindaco di Bastia (23 marzo) e il riconoscimento ufficiale della minoranza cornica da parte del governo britannico (24 aprile). Entrambe porteranno dei cambiamenti che dovranno essere seguiti con attenzione.
Per quanto riguarda la minoranza cornica, il primo effetto del suo riconoscimento è la diffusione del documento The Case for Cornwall, che è stato presentato da John Pollard, capo del Cornish Council.
Il documento, elaborato nei mesi scorsi da alcuni membri dell'organismo locale, chiede che la Cornovaglia venga dotata di maggiori poteri  politici ed economici. Naturalmente questo non ha niente a che fare con la secessione, ma si inserisce nella logica di autonomia regionale (devolution) ormai ben radicata nel Regno Unito. In altre parole, la stessa logica che ha partorito l'autonomia del Galles e della Scozia. Il fatto che quest'ultima regione abbia poi cercato di ottenere l'indipendenza è un fenomeno isolato che non prefigura scenari analoghi per il Galles e tanto meno per la Cornovaglia.  
Attualmente la Cornovaglia, poco più estesa della Valle d'Aosta (3546 kmq), è uno dei 56 distretti unitari dell'Inghilterra, la più grande delle 4 regioni che compongono il Regno Unito (Galles, Inghilterra, Irlanda del Nord e Scozia). 
John Pollard è stato eletto capo del Cornish Council nel maggio 2013.
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