homepage » Eventi » On Their Own:
Britain's Child Migran...

Eventi

On Their Own:
Britain's Child Migrants

Dagli anni Sessanta dell'Ottocento agli anni Sessanta del secolo successivo il governo britannico costrinse oltre 100.000 bambini a emigrare in Australia, Canada e in altri paesi del Commonwealth. Una minima parte era costituita da orfani, mentre molti venivano da famiglie povere che non potevano mantenerli. Sperando che questa emigrazione forzata avrebbe garantito ai bambini un futuro migliore, alcune organizzazioni religiose e umanitarie sostennero l'azione governativa convincendo le famiglie ad accettare il distacco e organizzando i viaggi.
In realtà l'obiettivo di Londra era quello di popolare le (ex) colonie e fornirle di manodopodera a basso costo: i bambini venivano infatti costretti a fare lavori di vario genere. Strappate alle famiglie e catapultate in luoghi estranei, queste vittime innocenti ebbero reazioni molto diverse: alcuni riuscirono a trovare un lavoro e a costruirsi una famiglia, ma alcuni non ressero e scelsero il suicidio.
Pochi furono inseriti in contesti familiari accoglienti; la maggior parte venne rinchiusa in istituti per orfani, dove subì violenze fisiche e psicologiche. Questa pratica disumana ricevette delle critiche, ma continuò per un secolo. Soltanto in anni recenti il governo australiano (2009) e quello britannico (2010) hanno espresso le proprie scuse formali.
Negli ultimi anni sono state organizzate varie iniziative per ricordare questa tragedia umana dimenticata. La mostra On Their Own: Britain's Child Migrants, che si è tenuta negli anni scorsi a Liverpool e in alcune città australiane, è attualmente allestita al Museum of Childhood di Londra (Cambridge Heath Road), dove sarà visibile fino al 12 giugno 2016.
Allo stesso tema è dedicato il CD The Ballads of Child Migration (Delphonic Music, 2015), una bella raccolta di canzoni originali scritte da alcuni dei principali esponenti del folk britannico e irlandese, fra i quali John Doyle, Boo Hewerdine, Jez Lowe e Julie Matthews.
Per altre informazioni:

www.museumofchildhood.org.uk

www.delphonicmusic.com